In Friuli, più che Babbo Natale si attende San Nicolò o Santa Lucia e per propiziare l’anno nuovo si accendono fuochi che bruciano il passato e presagiscono il futuro, un retaggio Medievale tramandato fino ai giorni nostri.
I falò dell’Epifania hanno molti nomi, tanti quanti sono le culture e i territori di questa piccola regione dalla grande biodiversità culturale: pignarûl nelle zone della provincia di Udine, pan e vin attorno a Pordenone,ma anche capan nella zona pedemontana del Friuli occidentale. Sulla cima del falò spesso viene posto un fantoccio dalle fattezze di una strega e al cui cospetto ci si scalda con il vin brulè, ossia vino caldo aromatizzato con cannella e chiodi di garofano.
Secondo le affascinanti e remote leggende, i falò erano considerati degli atti di purificazione e buon auspicio in vista del nuovo anno, e ancora oggi, a seconda della direzione che prende il fumo della pira durante le celebrazioni, si traggono previsioni sull’anno nuovo.
Questa è anche l’occasione per assaggiare un dolce locale fatto di frutta secca e farina di mais, la pinza.
Da non perdere:
Per le strade di Tarcento (UD) si inizia a festeggiare il 5 gennaio, con uno dei riti più suggestivi di tutto il territorio: un corteo di persone in costume medievale che percorre le strade del paese fino al Colle di Coia, dove il “Vecchio Venerando” accende il rogo.
La fiaccolata si conclude con la spettacolare corsa dei carri infuocati, dove i rappresentanti delle varie borgate si cimentano nella conquista del “Palio dei Pignarulârs“.
Il 6 gennaio la festa continua con un corteo che termina con l’accensione del “Pignarûl Grant” dove il Vecchio Venerando, dopo aver acceso il fuoco, trarrà gli auspici per l’anno nuovo in base alla direzione che prenderà il fumo.
A Cividale del Friuli (UD) si assiste invece alla “Messa dello Spadone“, che si svolge ogni 6 gennaio si svolge nel Duomo della cittadina friulana. Durante la cerimonia liturgica, il diacono utilizza lo “spadone”, spada appartenuta a Marquardo di Randeck, patriarca fino al 1381. Al termine della messa si assiste alla rievocazione storica in abiti medievali.
A Gemona del Friuli (UD), invece, si assiste alla “Messa del Tallero“ del 6 gennaio. Un antico rito: fin dalle prime ore della mattina, il centro storico della città inizia ad animarsi al suono dei tamburi che salutano l’arrivo di dame e cavalieri. Il corteo in costume accompagna il sindaco in Duomo per la celebrazione della Messa. Qui il primo cittadino di Gemona consegna un tallero d’argento (vecchia moneta) al parroco, in nome dell’intera comunità in segno di amicizia e collaborazione tra il potere temporale e quello spirituale.
Le celebrazioni dell'Epifania in Friuli sono l’occasione per tornare a sentire un il calore di una cultura contadina e pagana. Per ammirare usanze e tradizioni antiche e godere di bevande e cibi tipici, per concludere così il periodo delle Feste.